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Ready…steady…go✈️


Avrei voluto iniziare questa nuova avventura con una “lettera di intenti “,una dichiarazione esplicita delle finalità del mio blog….ma forse non so nemmeno io quali ne siano gli intenti e le finalità ,probabilmente resterà semplicemente un contenitore di informazioni più o meno organizzate per chi come me ama l’Oriente ..quindi taglio corto con gli inutili preamboli e….

E allora iniziamo perché…

La vita è breve,

rompi le regole,

dimentica velocemente,

bacia lentamente,

ama veramente,

ridi smodatamente

e non rimpiangere mai qualcosa che ti ha fatto sorridere.

Let’s fly✈️

avventura, Malesia

AVVENTURA nel BORNEO-Malesia

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Avete presente quando vi propongono un’esperienza che non avete ben compreso o che avete sottostimato, ma vi fate trascinare dall’entusiasmo altrui e dite si?

Ecco, la mia avventura nel Borneo è iniziata così!!

Non ricordo il momento esatto in cui ho realizzato in cosa mi fossi cacciata…forse quando era ormai troppo tardi per tirarsi indietro e forse la foto che segue immortala quell’esatto momento.

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Ma facciamo un balzo indietro.L’avventura nel Borneo fa parte di una serie di avventure vissute durante uno splendido viaggio in Malesia fatto con due dei nostri più cari Amici , quelli con la A maiuscola, una sorella e un fratello che dopo questo viaggio, a dispetto delle più tetre previsioni sui viaggi con gli amici, sono diventati parte della nostra famiglia.
Organizzammo questo viaggio quasi per caso, in una fredda serata invernale davanti al camino, una meta scelta dopo aver scartato per questioni meteorologiche una manciata di altre mete…come se in Malesia non piovesse !!
Non mi ricordo come costruimmo quel viaggio , probabilmente ci affidammo alle capacità organizzative di Sara…ah, ecco di chi è la colpa ora che ci penso!!!
Dopo una ricerca in rete e sulla Lonely Planet, ci affidammo in loco a un gruppo di ragazzotti che organizzava escursioni nella giungla e riuniti sotto il nome di Uncle Tan.

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L’organizzazione era inappuntabile e , giunti al punto di ritrovo, la loro base, era previsto un pranzo minimal on the go…forse avevamo bisogno di essere in forze per arrivare a destinazione…avrei dovuto capire che c’era del marcio!!!
Una volta rifocillati salimmo con altri compagni di avventura su un minivan che dopo un paio d’ore ci scaricò sulle rive delle “limpide” acque del Sungai Kinabatangan.

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Fatemi fare un accenno alla nostra preparazione ad affrontare la giungla.Il giorno prima ci recammo presso un locale bazar per comprare abbigliamento adatto all’occasione. Io e Chri ci dotammo di camicia in cotone con le maniche lunghe a quadrettoni in stile taglialegna (era evidente che non avevamo capito nulla), pantaloni lunghi alla Indiana Jones (ecco, qui ci avevamo quasi preso) e , soprattutto, stivali di gomma (ok, c’eravamo). A completare il look spray repellente per gli insetti e torcia…ma se doveste affrontare la stessa avventura non fate il nostro errore che da bravi ecologisti ci eravamo muniti di una torcia “a carica” senza le batterie e nel buio e nel silenzio della giungla , a intervalli regolari, si sentiva il rumore della nostra manovella che sovrastava quello delle cicale!
Torniamo al Sungai.Ad attenderci erano pronte delle imbarcazioni molto spartane che ci portarono , dopo quasi 2 ore di navigazione ,sulle torbide acque del fiume all’interno della giungla , lontano dalla civiltà.

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Eravamo totalmente dentro l’Avventura, umili spettatori di una natura padrona indisturbata di questo angolo di mondo. Sulle sponde del fiume la vegetazione è talmente fitta da non lasciare intravedere cosa si nasconde al suo interno.Le padrone di casa ci scrutavano curiose (ma forse neanche troppo) dalle fronde degli alberi. Sto parlando delle scimmie , ma non le classiche bertucce presenti ovunque in Oriente.Qui vive una specie buffissima chiamata Scimmia Nasica che ha un grosso naso lungo se si tratta di un maschio e un nasino alla francese se si tratta di una femmina.Le scimmie ci incuriosivano parecchio ma quello che ci preoccupava di più erano i coccodrilli!

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Si, proprio quelli che tutti avete visto allo zoo…bhe, qui nuotavano intorno alla nostra zattera!!! Ed è allora che ho iniziato davvero a realizzare cosa avevo fatto, il “guaio” nel quale mi ero cacciata ma ormai eravamo in mezzo all’acqua melmosa lontanissimi dalla salvezza e con un coccodrillo che ci prendeva le misure.In un folle attacco di pessimismo mi figuravo i titoli di giornale in patria “Italiani sbranati in Malesia durante trekking nella giungla del Borneo” e gli impietosi commenti dei lettori “se la sono cercata”.I nostri accompagnatori erano, però, assolutamente tranquilli (o profondamente incoscienti) quindi decisi, in quel preciso momento, di lasciarmi trasportare dagli eventi e mentre elucubravo tutta questa teoria giungemmo finalmente al nostro approdo, un piccolo spazio sulla riva del fiume con un improvvisato porticciolo in legno che ci permise di sbarcare e , zaino in spalla, raggiungere a piedi in mezzo alla giungla il nostro campo base.

…eh, il campo base…

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Mezz’ora a schivare pozze immense e vere e proprie liane ( travestite da serpenti) per giungere a una passerella in legno ai lati della quale erano poste delle gabbie in legno e che portava a una zona sopraelevata destinata all’adunanza delle truppe e alla distribuzione del rancio.Ben presto scoprimmo che le gabbie erano le nostre lussuose sistemazioni .All’interno era posto un materasso in terra coperto da una zanzariera e la parte frontale era chiusa da una grata… un ottimo modo per farci capire cosa provano gli animali allo zoo, qui eravamo a casa loro e in gabbia ci stavamo noi, ce lo meritavamo.

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Mi sono dimenticata di menzionare la mia fobia per gli insetti…giusto per farvi capire quanto mi sentissi a mio agio…

Il programma prevedeva 2 giorni di full immersion nell’ambiente ostile (nel senso che stava bene anche senza la nostra incursione) della giungla:un primo trekking di giorno a piedi, uno sul fiume e il diabolico trekking notturno.

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Passi il trekking di giorno , a me sembrava già abbastanza estremo tra centomilapiedi giganti, sanguisughe che si arrampicavano ovunque e insetti, ragni e affini in ogni dove; va bene la girata sul fiume, ormai avevamo preso confidenza anche col coccodrillo affamato…ma il trekking notturno per me era davvero troppo …e infatti ci rinunciai non sapendo che la giungla sarebbe venuta a cercarmi.Con Sara decidemmo quindi di non partecipare a questa meravigliosa opportunità e , mentre i maschi si univano a tutto il resto della comitiva, noi 2 restammo alla base con il cuoco. Per ingannare l’attesa del loro rientro e la tensione palpabile di 2 anime ben consce , a questo punto, di essere in mezzo alla giungla, iniziammo una memorabile partita a carte che durò pochissimo perché dopo pochi minuti un sinistro rumore precedette il disastro: il generatore che teneva accesa l’unica luce del campo si spense lasciandoci in balia del buio più buio che si possa immaginare.In un nano secondo un enorme insetto si poggiò sul mio braccio , un insetto che andava dalla spalla al gomito.Il panico , che fino ad allora avevo tenuto sotto controllo, prese il sopravvento.Sara trovò una pila nel suo zaino e me la porse ma nel momento in cui la accesi mi accorsi che il mostro che aveva preso dimora sul mio braccio era una enorme mantide religiosa .Iniziai ad agitarmi come se avessi un pitone intorno al collo cercando di liberarmene e quando ci riuscii la luce tornò grazie al provvidenziale intervento del cuoco tuttofare.L’adrenalina era a mille ma di continuare a giocare a carte non se ne parlava proprio!! Decidemmo allora di ritirarci nelle nostre “stanze” al sicuro dietro le grate e le zanzariere.Sara si mise al comando davanti a me, io mi aggrappai alla sua schiena paralizzata dalla paura con la faccia affondata tra le sue scapole e , un passo dietro l’altro, ci dirigemmo sulla passerella verso la gabbia ma fatti pochi metri Sara, di scatto, si girò cercando di pararmi la vista, e mi consigliò di tornare indietro…c’era, in mezzo alla passerella, un enorme ragno peloso che ci attendeva spavaldo.Ovviamente tornammo indietro con la coda tra le gambe e attendemmo il ritorno dei guerrieri.Fu un tempo infinito in cui il riso isterico si presentava a intervalli regolari a rompere i suoni della notte .Quando la truppa arrivò ci raccontò entusiasta di come avevano guadato il fiume con i giunchi alla gola , dei loro accompagnatori che machete alla mano gli avevano spianato la strada mentre li mettevano in guardia dal pericolo coccodrilli (“attention crocodile”…a rieccoli), degli scorpioni che avevano stanato e preso in mano…nulla a confronto della nostra mantide e del ragno gradasso!!

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Il giorno seguente affrontammo il trekking sul fiume e il nostro coccodrillo, puntuale come quello di Peter Pan che aveva ingoiato l’orologio di Capitan Uncino, si ripresentò e ci mostrò come si alimenta un coccodrillo in natura…bestia che paura.Al termine di quella giornata si prospettò la possibilità di prolungare il nostro soggiorno di un altro giorno ma soprattutto di un’altra notte….MA SIETE MATTI????

Nonostante tutto, però, è un’avventura che non rimpiango perché mai mi capiterà di nuovo di trovarmi ai piedi di un enorme albero sul quale è arrampicata una femmina di Orango con il suo piccolo, né di contendermi il pranzo con le scimmie libere e pronte a rubarmi il piatto , né di vedere un buio così buio sotto un cielo zeppo di stelle senza inquinamento luminoso o acustico di alcun tipo e nemmeno di sentire come “parla” la giungla attraverso i versi dei suoi abitanti…PURA POESIA…

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N.B. Un grazie speciale lo devo a Ciro con la sua disinvolta naturalezza anche in mezzo alla giungla; a Sara che si è presa cura delle mie paturnie anche lontano da casa proprio come una sorella maggiore (aggià, quella vecchia sono io…vabbè); a Chri che mi ha trascinato in questo luogo ameno per condividere con me la sua voglia di avventura…GRAZIE

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STAY TUNED

cibo, thailandia

IL CIBO IN THAILANDIA

Parlando di cibo, dopo tanti anni di Oriente, sono giunta alle seguenti conclusioni (…si, oggi parto dalle conclusioni) :

  • il cibo di strada, che qui è il più diffuso in assoluto, è senza ombra di dubbio il più buono e il più autentico;
  • il cibo orientale non è riso alla cantonese o involtini primavera…o meglio, troverete anche quelli ma probabilmente non li riconoscerete perché il sapore è sicuramente diverso da quello che siete abituati a mangiare in Italia;
  • i tuttologi dei viaggi vi diranno di non assumere bevande contenenti ghiaccio…bhe scoprirete presto che è impossibile perché i frullati di frutta (fruit shake) sono irresistibili e se oserete chiederli senza ghiaccio faranno finta di non capire;
  • gli insetti li mangiano solo quelli che vogliono fare i fighi o i popoli delle foreste quindi a meno che non vi sentiate abbastanza fighi limitatevi a osservare le bancarelle di bacarozzi appostati nei luoghi più turistici;
  • i vegetariani si troveranno a loro agio perché qui troveranno il paradiso dei verdurieri;
  • non chiedete cosa galleggia nelle zuppe, mandate giù senza seghe mentali…Chri dice che è tutto buonissimo…


Queste sono le mie conclusioni ma anche il nostro punto di partenza in questo viaggio all’interno della cucina thailandese , un argomento talmente vasto da rischiare di perdersi quindi vi racconterò di alcuni dei piatti più buoni e il più succulento è probabilmente il piatto cardine di questa cucina:

il PAD THAI

Lo troverete scritto in modi diversi ma si tratta comunque di un piatto a base di noodles (spaghetti o tagliatelle di riso) condite , anzi, “saltate” con verdure, carne o pesce.Ciò che lo contraddistingue da un semplice piatto di noodles è la salsa che viene usata per condirlo che è composta da succo di tamarindo, salsa di pesce, zucchero di palma, acqua e sale. (GUARDATE COME SI FA)  Parlando di PadThai non vorrei fare pubblicità occulta quindi la faccio esplicita e voglio consigliare un localino a Bangkok che si trova proprio accanto alla stazione dei treni di Hua Lampong che si chiama 511Cafè  (GUARDATE CHE CARINO).Oltre a fare il miglior PadThai della Thailandia (esagero? vabbè, provate…) , vi faranno sentire a casa.
Un altro piatto immancabile nei menù thai è il Khao Phat (fried rice per i farang )ovvero il riso fritto con verdure e carne o pesce, il tutto saltato nel wok con uova, cipolla, aglio e chi più ne ha più ne metta.Il riso usato è della qualità jasmine, lievemente profumato , e i piatti vengono sempre decorati con fette di cetriolo.

Il più gustoso dei piatti a base di riso è , probabilmente il Mango Sticky Rice , un riso cotto e condito con il latte di cocco e “farcito” con fette di mango.Il riso “sticky”, appiccicoso, e la dolcezza del frutto che lo accompagna potrebbe far pensare a un dolce ma in oriente non hanno la classica distinzione delle portate come le abbiamo noi.


Troverete moltissime zuppe, la più famosa è probabilmente la Tom Kha Kai , una zuppa con latte di cocco, pollo e una spezia simile allo zenzero ,il lemon grass. Si tratta di un condimento molto usato in Oriente che riscuote pareri contrastanti in quanto, in base a come viene utilizzata può rischiare di ricordare il sapore del detersivo.



Tra i cibi da strada …e da spiaggia… potrete assaporare diversi tipi di spiedini di carne o pesce che qui vengono chiamati satay .Vengono cotti direttamente sul fuoco e conditi  a piacere ma soprattutto potrete comprarne anche solo uno per tipo. Spesso  in spiaggia , vicino ai satay , non potrete farvi scappare l’occasione di mangiare una bella pannocchia che vi verrà servita su un lungo stecco di legno a mò di gelato…’na bontà che proverete a emulare una volta giunti a casa, del resto è solo una pannocchia “che ce vò”…fallirete, fatevelo dire da chi ci ha provato almeno un migliaio di volte! ISTRUZIONI PRATICHE QUI


Da buona vegetariana non posso non fare un accenno al più buono ( a mio modesto parere) dei piatti di verdure thailandesi: il Morning Glory. Il gusto è simile a quello degli spinaci e l’aspetto…bho, non saprei a cosa paragonarlo, forse ai gambi degli asparagi. Ovviamente fritto…


E la frutta?? Beh, tutto quello che potete immaginare qui lo troverete e anche qualcosa che non osereste mai immaginare come , ad esempio, il Duriam. Qua le opinioni si spaccano perché pare che ,a dispetto della puzza che emana , un misto tra cipolla e aglio, il gusto dovrebbe essere senza eguali…purtroppo non posso dire la mia perché non ho mai avuto l’ardire di provarlo. Ma posso senz’altro esprimere il mio apprezzamento per mango (dolcissimo), papaya ( che qui usano per preparare un piatto talmente piccante che riescono a mangiare solo loro), cocco ( lo usano più che altro per cucinare o frullato da bere) e il meno noto dragon  fruit, un frutto molto dolce con una buccia esterna dal vivace color fucsia e una polpa interna bianca o rossa a puntini neri molto dolce…attenti a quelli con la polpa rossa perché vi faranno fare la pipì dello stesso colore.

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Vi ho dato un minuscolo assaggio di quella che è la cucina thai ma voglio lasciarvi ancora qualche curiosità:

  • non vi aspettate di mangiare con le bacchette , se volete potete richiederle nei ristoranti , in Inglese si chiamano chopstick .I Thailandesi usano forchetta e cucchiaio…no, non mi sono dimenticata il coltello, quello lo usano solo per preparare in quanto nei piatti che vi daranno la carne sarà già a pezzetti;
  • lasciatevi affascinare dai banchetti che preparano da mangiare in strada perché potreste scoprire che per fare una crepe sbattono l’impasto come se li avesse offesi (GUARDATE QUA) e che il gelato si prepara al momento senza congelatore (GUARDATE QUA);
  • scoprirete che basta una grande padella e un grande fuoco per cucinare un piatto elaborato


…e poi, visto che odori e sapori non si possono sentire attraverso un computer…provare per credere!

 

STAY TUNED

thailandia

CHIANG MAI -Thailandia

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Raccontandovi di Chiang Mai potrei dilungarmi a illustrarvi i circa 300 templi che qui potrete trovare, o i meravigliosi mercati notturni o la rigogliosa natura che la avvolge e la pervade … e invece no, voglio raccontarvi di un paio di esperienze avvincenti nelle quali ci siamo infilati.

Partiamo dall’inizio.

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Chiang Mai si trova nel nord della Thailandia a circa 700 km da Bangkok e nello scegliere il mezzo per raggiungerla avrete l’imbarazzo della scelta : aereo, pullman , treno…noi li abbiamo provati tutti ma quello che ci è piaciuto di più è senza dubbio il treno notturno.

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Come risulta abbastanza chiaro dai primi post , siamo dei fanatici del viaggio inteso come spostamento da un luogo all’altro, e difficilmente il fatto che un mezzo sia più comodo e veloce è elemento determinante nella scelta di come muoverci.

La “traversata” della Thailandia con il treno notturno che collega Bangkok e Chiang Mai rientra nella categoria “da non perdere” nonostante sia proprio il più lento dei mezzi.Non mi soffermo oltre sul viaggio in quanto ne abbiamo già parlato ma voglio aggiungere un dettaglio per farvi entrare nel thai mood. Se quando sarete in Thailandia (…si, prima o poi vi verrà una irrefrenabile voglia di andarci o di tornarci) alle 18 in punto vedrete tutti i Thailandesi fermarsi , smettere di fare quello che stanno facendo e alzarsi dritti in piedi cantando , non vi spaventate, stanno rendendo omaggio al re thailandese cantando il loro inno al ritmo della musica che esce dagli altoparlanti abilmente distribuiti in varie zone della città, stazione compresa…e voi ne verrete talmente rapiti che senza accorgervene vi alzerete con loro.

inno thai at the station

Ok, torniamo a ChiangMai. Voglio raccontarvi di un museo molto particolare e di un pazzesco corso di cucina al quale abbiamo preso parte. Viaggiando con i nostri meravigliosi cuccioli , cerchiamo sempre  avventure che possano lasciare a bocca aperta anche loro …e questa volta abbiamo fatto centro! A ChiangMai abbiamo scovato un museo dove si diventa parte integrante dell’opera d’arte:

ART IN PARADISE.

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Lo spirito che lo anima è esplicitamente dichiarato sul frontone centrale dell’ingresso:

BE FUN, BE ACTIVE, BE CREATIVE, TOUCH YOUR FANTASTIC WORLD

All’interno troverete ambientazioni 3D nelle quali potervi inserire ed essere protagonisti di 1000 situazioni diverse.Anche se a uno sguardo veloce potranno sembrarvi dei semplici quadri, mettetevi dove trovate il puntino in terra e scattate la foto, ne rimarrete stupiti! I bambini si sono divertiti …

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..e gli adulti forse di più.

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La seconda esperienza alla quale abbiamo voluto prendere parte è stata la lezione di cucina. Vi racconterò della cucina thai più avanti perché merita un capitolo a parte e provare a cimentarsi nella preparazione dei suoi piatti era una sfida che programmavamo da tempo.Dopo un’accurata ricerca in rete prima e in loco poi, abbiamo scovato una scuola di cucina nella stessa via dove si trovava il nostro umile ostello. Il cuoco della famiglia, anche in questo caso , è stato Chri (date le mie note “doti” culinarie non volevo fare  brutta figura) mentre io mi sono limitata a fargli da assistente e traduttore. La nostra classe era composta da persone di varie età e provenienti da ogni angolo del pianeta (e questa era già una gran figata…si può dire?…l’ho detto) e da un’insegnante esperta sia in cucina sia nell’arte  di accattivarsi la nostra attenzione.

Il primo step è stato portarci tutti, gambe in spalla, al mercato per prendere confidenza con le materie prime…che esperienza!! Avremmo potuto già considerarci contenti così…

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Immaginate banchi talmente pieni di verdure , frutta e cereali dai mille colori da non vedere dove ne finisce uno e ne inizia un’altro. La nostra “masterchef” muoveva i suoi 100kg di donna con la leggiadria di una farfalla tra i minuscoli corridoi che separavano i banchi mentre ci svelava tutti i segreti di un riso di qualità, un buon tofu (da noi mangiare il tofu è da snob qui è parte integrante della loro alimentazione)  o uno splendido fiore colorato in grado di trasformare un pallido riso in un profumatissimo riso blu.

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Dopo la spesa, madidi di sudore nonostante il cappello a pagoda , siamo rientrati alla scuola e ci siamo messi all’opera…guardate un pò…

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La giornata è passata tra una frittura e l’altra ed è terminata con la pancia piena. L’esperienza non ha deluso le attese anche se , una volta tornati a casa, camminare con le proprie gambe è tutta un’altra cosa…motivo in più per tornarci e tornarci e tornarci ancora!!

…STAY TUNED…

 

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I TRASPORTI – un viaggio nel viaggio

 

Bighellonare per l’Oriente con i mezzi di trasporto pubblico è un viaggio nel viaggio.

Per chi non si affida ai tour operator internazionali che ti offrono  “la pappa pronta”, ma vuole provare l’ebrezza di vivere un’avventura alla Tiziano Terzani in “Un indovino mi disse” ,trovare il mezzo giusto per spostarsi da un punto A a un punto B è una delle parti più interessanti dell’avventura. Parlare di trasporti in Oriente potrebbe voler dire parlare per ore e ore ma proverò a non divagare troppo.

La prima considerazione da fare sull’argomento è distinguere tra mezzi di trasporto per persone, per cose e…per entrambi.

Partiamo dai mezzi di trasporto persone.


Il mezzo più diffuso ed efficiente è sicuramente il pullman.Si tratta di grossi pullman a due piani con “meravigliose” tendine di ciniglia ai vetri e sedili reclinabili  in posizione letto ( o qualcosa di simile) dal momento che  generalmente viaggiano di notte (il che ha il doppio vantaggio di non farvi perdere una giornata di vacanza e di farvi risparmiare una notte in albergo)…ma la loro caratteristica principale e che non dovete MAI dimenticare è la temperatura polare che troverete all’interno, praticamente degli igloo su ruote.Quindi non dimenticate assolutamente MAI la coperta o la felpa più pesante che potrete trovare o rischierete la morte per congelamento…non ci credete? PROVATE sulla vostra pelle ma non dite che non vi avevo avvertito!!


In alcuni paesi (ad esempio in Thailandia) una valida alternativa al pullman è il treno.Anche in questo caso si tratta spesso di treni notturni e anche in questo caso spesso la temperatura è esageratamente fredda…ma la differenza sostanziale è che qui sarete provvisti di tutti i comfort in quanto  quelli che vi sembrano normali sedili in pelle verranno presto trasformati dall’efficiente personale di bordo in comodissimi letti con cuscini, lenzuola e coperte.E non è tutto: si preoccuperanno anche di rifocillarvi con uno stupendo servizio ristorazione a domicilio in quanto dopo aver sonnecchiato il letto verrà trasformato in tavolo e voilà la colazione come da vostra ordinazione si materializzerà in un attimo.(guardare per credere)<—-

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Nel caso doveste spostarvi , invece,via mare don’t worry perché anche qui gli orientali non verranno colti in fallo. Troverete traghetti, barche e barchette per tutti i gusti.Spesso dovendovi spostare da una zona all’altra dovrete combinare più mezzi via terra e mare …tranquilli, non abbiate paura di perdere la coincidenza perché un mezzo non parte se l’altro non è arrivato…gli orari?…opinabili!


Per le tratte più lunghe potreste essere costretti a servirvi dei voli interni e qui potrete trovare varie compagnie low cost che raggiungono qualsiasi angolo d’Oriente e sono tutte operative on line.


Se dovrete, invece, coprire brevi distanze o muovervi all’interno delle grosse città, uno dei mezzi più caratteristici è senza dubbio il tuktuk….come definire il tuktuk?…non ha nulla di equiparabile nel mondo occidentale, si tratta di piccoli mezzi aperti simili alle Ape Piaggio ma al posto del cassone posteriore hanno colorati sedili e a volte la parte con i sedili è collegato a una moto o a un cavallo . Nelle grandi città non mancano i classici bus, i mezzi su rotaia e le metropolitane.



Capitolo a parte è il trasporto cose, in questo gli Orientali sono davvero pazzeschi.Riescono a trasportare di tutto su bici, moto o bilancieri da spalle, per loro non esiste “non si può, non ci sta”.Rimarrete affascinati da cosa riescono a fare!!

E non vi stupite se sulla barca che vi porterà alla vostra meta caricheranno ceste di verdura, polli vivi o qualsivoglia mercanzia prima di far salire voi…quelli sono i mezzi per TRASPORTO DI TUTTO  (clicca <-), forse i più scomodi ma volete mettere l’emozione di trovarsi protagonisti di uno dei più famosi spot televisivi?!?

…VACANZE FAI DA TE? NO ALPITOUR?…

…AHIAHAIHAI….

avventura, thailandia

AYUTTHAYA – Thailandia

img_9771Quello nella foto è un piccolo scorcio della meravigliosa Ayutthaya,antica capitale del Regno di Ayutthaya, anche noto come Siam, dal quale trae le sue radici il Regno Di Thailandia. E’ patrimonio dell’umanità riconosciuto dall’Unesco (fonte Wikipedia).


Si trova a un’ottantina di chilometri da Bangkok, attuale capitale della Thailandia, e si può raggiungere dalla stessa direttamente in treno partendo dalla stazione di Hua Lampong…e fin qui tutto molto nozionistico e forse anche un pò noioso…e invece il bello parte proprio dal momento in cui, raggiunta questa bella stazione , ci si ritrova davanti alla biglietteria e non si sa da che parte iniziare.Quindi, giusto due o tre informazioni.

La stazione di Bangkok è formata da un ampio e rumoroso salone al centro del quale ci sono molte file di sedili dove attendere il proprio treno, in pratica una enorme sala d’aspetto MA…. attenzione a non sbagliare fila perché le file principali sono riservate ai monaci.

Ok,torniamo ai biglietti…a prima vista gli sportelli per fare i biglietti sono tutti uguali ma se osservate bene potrete notare che ci sono 2 sportelli per i farang (stranieri in thai) dove dovrebbe essere più semplice dialogare in Inglese. Una volta comprato il biglietto si possono raggiungere i binari che si trovano proprio alle spalle della biglietteria e vi si accede attraverso la porta centrale…dimenticavo, il tabellone dei binari da le indicazioni in caratteri thailandesi …no,non disperate,basta un attimo di pazienza e voilà eccole anche in caratteri a noi più comprensibili.

Il viaggio dura…ecco, questo è un bell’argomento! Il viaggio ha una durata imprecisata, può durare un’ora o tre ore a seconda di non si sa bene quale variabile.Noi ci siamo stati 2 volte e , mentre il primo viaggio è stato piuttosto rapido, il secondo è stato eterno ma il gioco vale comunque la candela. Il treno…bhe,parlerò un’altra volta dei treni thailandesi perché anche loro meritano un capitolo a parte.

Arrivati finalmente a Ayutthaya il dilemma si presenta appena scesi dal treno: accompagnatore o gita fai da te? Nonostante l’assalto alla stazione dei tuktukkisti che offrono tutti lo stesso giro organizzato, noi la prima volta optammo per il fai da te  (i backpackers come noi sono sempre un pò riluttanti a tutto ciò che è “organizzato”…soprattutto se è organizzato da altri) . Ci dirigemmo verso il centro della città per affittare le biciclette e ,cartina alla mano, fare gli “ottomila” chilometri di giro per la vecchia capitale thailandese con “ottomila” gradi all’ombra e umidità del 99,99%…tutto molto romantico e apparentemente economico ma solo in occasione della nostra seconda visita quando abbandonammo il romanticismo e ci facemmo convincere dal tour organizzato e soprattutto motorizzato, ci rendemmo conto che avevamo visto una briciola dell’antica maestosità di Ayutthaya.

Il nostro tuktukkista (mi piace questo termine..) ci portò in giro da un sito all’altro mostrandoci quelli principali e più maestosi .  Il Buddhismo ,religione di stato , fa qui sfoggio di maestose statue avvolte nel tipico drappo color arancione accanto alle rovine perfettamente conservate dei templi antichi.Il colpo d’occhio è davvero stupendo.

La prima volta che venimmo qui ci ritrovammo a pranzare in una sorta di mensa universitaria insieme agli studenti , tutto molto ben organizzato come da abitudine thailandese , ma anche molto suggestivo:gli studenti trascorrono la loro quotidianità in mezzo alle vestigia del vecchio impero dove tutto ebbe inizio , senza quasi rendersi conto che ciò che li circonda è patrimonio dell’umanità ,ma allo stesso tempo  sono perfettamente integrati in esso.Passato e futuro nello stesso luogo e nello stesso momento…oddio che profondità!!

Non mi dilungo oltre perché è giusto che ognuno viva questa esperienza sulla propria pelle!